Con l’arrivo dell’autunno e l’accensione degli impianti termici, oltre alle consuete verifiche di efficienza energetica, è importante prestare attenzione anche agli aspetti di salute e sicurezza legati ai materiali isolanti.
Molti edifici, soprattutto quelli costruiti tra gli anni ’70 e ’90, utilizzano ancora Fibre Artificiali Vetrose (FAV) nei sistemi di coibentazione e negli isolamenti di caldaie, tubazioni e condotte d’aria.
Se non correttamente gestite o se degradate, queste fibre possono disperdersi negli ambienti e costituire un rischio per la salute degli occupanti.
Tabella dei Contenuti
Cosa sono le Fibre Artificiali Vetrose (FAV)
Le FAV comprendono:
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lana di vetro;
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lana di roccia;
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fibre ceramiche refrattarie.
Si tratta di materiali molto utilizzati per le loro qualità di isolamento termico e acustico. Con il tempo, però, l’esposizione a sollecitazioni meccaniche, vibrazioni o semplicemente all’invecchiamento può generare un rilascio di fibre nell’aria.
Rischi per la salute
Secondo l’IARC (International Agency for Research on Cancer) e le linee guida dell’INAIL, le fibre artificiali vetrose non correttamente classificate o deteriorate possono comportare rischi quali:
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irritazioni cutanee e respiratorie (prurito, dermatiti, tosse, difficoltà respiratoria);
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effetti a lungo termine in caso di esposizione prolungata a fibre ceramiche refrattarie, inserite tra i possibili cancerogeni per l’uomo.
Il rischio aumenta negli edifici con condotte d’aria e rivestimenti isolanti danneggiati, dove la ventilazione può diffondere le particelle negli ambienti occupati.
Impianti termici e momento critico dell’accensione
Il periodo dell’accensione autunnale rappresenta una fase critica perché:
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le vibrazioni e i flussi d’aria degli impianti possono sollevare fibre e particelle accumulate durante la stagione estiva;
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le alte temperature favoriscono il distacco di frammenti da materiali isolanti già deteriorati;
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eventuali interventi di manutenzione non corretti possono aggravare la dispersione.
Normativa di riferimento
In Italia, la gestione delle FAV è disciplinata da:
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D.Lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza sul Lavoro), che impone la valutazione del rischio per i lavoratori esposti;
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Circolare Ministero della Salute 15/07/1999 n. 4, che fornisce le prime indicazioni sulle fibre artificiali vetrose;
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Linee guida INAIL, che richiamano l’importanza del monitoraggio e della corretta classificazione dei materiali.
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Buone pratiche di prevenzione
Per ridurre i rischi associati alle FAV in occasione dell’accensione degli impianti, è fondamentale:
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Ispezioni periodiche
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Controllare lo stato di conservazione dei materiali isolanti.
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Verificare la presenza di rotture, usura o distacchi.
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Manutenzione qualificata
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Interventi solo da parte di tecnici formati e dotati di DPI adeguati.
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Evitare interventi improvvisati che possano danneggiare ulteriormente i materiali.
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Sostituzione dei materiali obsoleti
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Valutare la sostituzione con materiali isolanti innovativi e certificati, con minore rischio per la salute.
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Pulizia e sanificazione degli impianti
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Interventi periodici sulle condotte d’aria.
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Filtrazione adeguata per ridurre la dispersione di particelle.
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Conclusioni
L’efficienza energetica non può prescindere dalla sicurezza sanitaria degli edifici. Le Fibre Artificiali Vetrose, se degradate, rappresentano un rischio spesso sottovalutato.
Conoscere i materiali presenti, effettuare ispezioni periodiche e affidarsi a professionisti qualificati è la strada per garantire non solo un comfort termico, ma anche ambienti interni sicuri e salubri.



