l radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, che si sprigiona dal suolo e può accumularsi all’interno degli edifici. È riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta.
Se già negli adulti rappresenta un rischio sanitario importante, nei bambini gli effetti possono essere ancora più preoccupanti. La loro maggiore vulnerabilità ha spinto l’OMS e diversi istituti sanitari internazionali a lanciare un vero e proprio allarme per l’esposizione a lungo termine.
Tabella dei Contenuti
Perché i bambini sono più vulnerabili al radon
Respirano più aria in proporzione al peso corporeo rispetto agli adulti → maggiore dose di radon assorbita.
Polmoni in fase di sviluppo → più sensibili ai danni delle radiazioni ionizzanti.
Maggiore aspettativa di vita → più anni di esposizione cumulativa e quindi più probabilità di sviluppare malattie correlate.
Studi epidemiologici condotti in Europa e Nord America dimostrano un rischio più alto di patologie respiratorie e tumori polmonari nei soggetti esposti sin dall’infanzia.
Dove i bambini rischiano di più
Gli ambienti maggiormente a rischio sono:
Scuole e asili nido, spesso con aule seminterrate o al piano terra, in diretto contatto con il suolo.
Abitazioni familiari con locali interrati o seminterrati, usati come camerette o spazi gioco.
Palestre e centri sportivi chiusi, se costruiti in zone ad alto rischio radon.
L’ISPRA e le ARPA regionali hanno pubblicato mappe del rischio radon in Italia, che evidenziano intere aree dove il monitoraggio è fortemente raccomandato.
Cosa dice la normativa
Il D.Lgs. 101/2020, che recepisce la direttiva europea 2013/59/Euratom, stabilisce:
300 Bq/m³ come livello di riferimento per le abitazioni esistenti e i luoghi di lavoro;
200 Bq/m³ come livello massimo per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024, con obbligo di rispettare questo valore già in fase di progettazione.
Per i bambini, tuttavia, gli esperti raccomandano di mantenere i valori ben inferiori ai limiti di legge, data la maggiore sensibilità.
Come ridurre l’esposizione dei bambini
Monitoraggio regolare: installare dosimetri negli ambienti scolastici e domestici a rischio.
Ventilazione controllata: favorire il ricambio d’aria, soprattutto nei locali a contatto col terreno.
Interventi tecnici di mitigazione: sistemi di aspirazione dal suolo, impermeabilizzazione di pavimenti e muri, miglioramento della ventilazione meccanica.
Sensibilizzazione delle famiglie e degli amministratori scolastici: informare è il primo passo per prevenire.
Conclusioni
La protezione dei bambini dal rischio radon è una priorità di salute pubblica. Non si tratta di un problema marginale: l’esposizione precoce può avere conseguenze gravi sulla salute a lungo termine.
Le istituzioni internazionali, dall’OMS all’ISS, sottolineano la necessità di monitoraggi costanti e interventi di mitigazione mirati, soprattutto in scuole e abitazioni in zone a rischio.
Prevenire oggi significa garantire ai più piccoli un futuro più sicuro.


