Nonostante il suo utilizzo sia vietato da decenni, l’amianto continua a rappresentare una minaccia concreta in numerosi settori. Uno degli ambiti meno noti, ma non per questo meno pericolosi, è quello degli interruttori industriali di bassa e media tensione.
Questi componenti elettrici, ancora presenti in molte installazioni datate, possono contenere amianto al loro interno, impiegato in passato come isolante termico ed elettrico. Il problema si manifesta con forza in fase di dismissione o manutenzione, quando le fibre di amianto possono essere liberate nell’ambiente.
Perché l’amianto era usato negli interruttori
Tra gli anni ‘50 e ‘80, l’amianto era comunemente utilizzato in dispositivi elettrici per via delle sue eccellenti proprietà:
Isolamento elettrico e termico
Resistenza al fuoco e all’arco elettrico
Durata nel tempo
Negli interruttori in particolare, l’amianto si trovava sotto forma di:
Guarnizioni isolanti
Pannelli di supporto interni
Strati isolanti all’interno dei contatti
Il rischio durante smontaggio e manutenzione
Quando si interviene su quadri elettrici o interruttori obsoleti, soprattutto in impianti civili o industriali datati, è possibile che durante:
lo smontaggio dei componenti,
la pulizia interna,
la rottura accidentale di guarnizioni,
vengano rilasciate fibre di amianto aerodisperse.
Inalare queste fibre, anche in quantità ridotte, è altamente pericoloso: l’amianto è classificato come cancerogeno certo per l’uomo (Classe 1 IARC) ed è associato a patologie gravi come asbestosi, mesotelioma pleurico e carcinomi polmonari.
Come individuare la presenza di amianto
Prima di qualsiasi intervento su interruttori industriali, è obbligatorio accertare la presenza o meno di amianto. Le buone pratiche prevedono:
Sopralluogo tecnico e ispezione visiva da parte di personale qualificato
Campionamento dei materiali sospetti
Analisi di laboratorio (preferibilmente tramite SEM – Microscopia Elettronica a Scansione)
Solo a seguito di un’identificazione certa è possibile pianificare in sicurezza eventuali operazioni di rimozione o smaltimento.
Interventi in sicurezza: cosa dice la normativa
Secondo il D.Lgs. 81/2008, chiunque operi in presenza di amianto deve:
Essere formato e abilitato ai sensi del D.Lgs. 257/2006
Adottare tutte le misure di prevenzione e protezione collettive e individuali
Predisporre un Piano di Lavoro da presentare all’ASL competente
È inoltre obbligatorio aggiornare il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) dell’azienda, includendo la presenza di materiali contenenti amianto.
Il ruolo dei laboratori specializzati
Per affrontare in modo corretto questo rischio, è fondamentale affidarsi a laboratori specializzati come Vedani LAB, che offre:
Analisi dei materiali sospetti con tecniche ad alta precisione
Campionamenti ambientali e personali in luoghi di lavoro
Supporto tecnico nella redazione di DVR e Piani di lavoro
Consulenze e formazione in ambito amianto e sicurezza
Vedani LAB opera secondo il sistema qualità ISO 9001:2008 ed è conforme al D.M. 14/05/1996. La sua esperienza garantisce interventi sicuri, efficaci e certificabili.
Conclusione: mai sottovalutare il rischio amianto negli interruttori
Il rischio amianto negli interruttori di bassa e media tensione è spesso sottovalutato perché invisibile. Eppure, ogni intervento su impianti datati può esporre tecnici e lavoratori a un pericolo grave e silenzioso.
Agire in modo preventivo, identificare i materiali e affidarsi a professionisti del settore è l’unico modo per tutelare realmente la salute e rispettare gli obblighi di legge.
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