Dopo decenni in cui il tema amianto è rimasto soprattutto emergenziale e giudiziario, l’Unione europea ha avviato un nuovo corso normativo e strategico che punta a una rimozione più sistematica e a limiti di esposizione molto più rigorosi. In Italia il recepimento della direttiva UE e gli sviluppi normativi in corso impongono a tecnici, aziende, enti e amministrazioni un aggiornamento rapido su priorità di intervento, criteri di sicurezza, formazione e conservazione della documentazione.
Tabella dei Contenuti
La spinta europea: strategia e limiti di esposizione più severi
Nel 2021 il Parlamento europeo aveva già formulato raccomandazioni per una European strategy for the removal of all asbestos (ESRAA), un approccio integrato che collega tutela dei lavoratori, sostegno alle vittime, ruolo dei proprietari e registri digitali sugli edifici. Parlamento Europeo
A fine 2023 è stata adottata la direttiva UE 2023/2668, che aggiorna la protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto. Un punto centrale riguarda il taglio drastico del limite di esposizione: inizialmente portato a 0,01 fibre per cm³, dieci volte più basso rispetto al limite precedente di 0,1 f/cm³, con scelte tecniche legate all’uso della microscopia elettronica per misurazioni più sensibili; alternativamente, con metodologie diverse il limite può scendere ulteriormente a 0,002 f/cm³. irshare.eu
L’obiettivo dichiarato è proteggere milioni di lavoratori: l’IR Share ricorda che l’amianto causa circa 90.000 decessi l’anno nell’UE e che l’esposizione è destinata a crescere con i lavori di rinnovamento energetico collegati al Green Deal. irshare.eu
Cosa significa in pratica: progetti di bonifica, cantieri, interventi su edifici esistenti o in ristrutturazione devono calcolare e gestire i nuovi limiti, le metodologie di misura, la formazione e le prescrizioni amministrative per mantenere la conformità normativa nel medio periodo.
Situazione italiana e attuazione: novità e tempi
In Italia è stato avviato lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2023/2668. Il dossier parlamentare attesta l’iter e le competenze coinvolte nel processo di recepimento. Documentazione parlamentare
Il Consiglio dei Ministri, nell’ottobre 2025, ha evidenziato che il decreto rafforza significativamente la protezione dei lavoratori esposti all’amianto, riducendo drasticamente il limite di esposizione professionale e introducendo obblighi legati alla priorità di rimozione e alla formazione. Inoltre, estende a 40 anni la conservazione delle cartelle sanitarie e della documentazione su formazione ed esposizione. Dipartimento per gli Affari Europei
Implicazioni temporali: gli Stati membri hanno tempi e passaggi per l’attuazione; per l’Italia, oltre all’iter legislativo, è fondamentale predisporre linee guida, protocolli di misurazione e sistemi di formazione e registrazione coerenti con le nuove regole europee.
Dal passato normativo italiano alla nuova fase di intervento
Storicamente la legge italiana 257/1992 proibiva produzione, commercio e uso di amianto, ma non imponeva rimozione generalizzata dei manufatti già esistenti: l’obbligo di rimuovere sussisteva solo in presenza di materiali friabili o deteriorati, e dopo aver valutato la praticabilità di tecniche alternative di fissaggio. Questo principio di proporzionalità è stato molte volte richiamato anche in sede giurisdizionale.
L’interpretazione giurisprudenziale ha spesso annullato ordinanze di rimozione non adeguatamente motivate, sottolineando che la rimozione è misura estrema e che devono essere valutate alternative come incapsulamento o confinamento. Accademia
Transizione: il passaggio da un approccio principalmente emergenziale e proporzionale a uno che pone l’accento su limiti più bassi, misurazioni più sofisticate, priorità di rimozione e maggiori requisiti di sicurezza, segnala un cambio di paradigma per tutti gli attori coinvolti: dai tecnici ambientali, ai dirigenti di cantiere, alle amministrazioni locali.
Cosa devono fare subito i professionisti, le imprese e le pubbliche amministrazioni
Aggiornare procedure di valutazione del rischio
Integrare nei piani di sicurezza la nuova soglia di 0,01 f/cm³ e valutare l’uso di metodologie di misura evolute come la microscopia elettronica, soprattutto nei cantieri di ristrutturazione e bonifica.
Rivedere criteri di priorità negli interventi: vanno valutati non solo lo stato del materiale ma anche il contesto di esposizione attuale e futuro, la presenza di lavori di riqualificazione energetica e la vulnerabilità dei lavoratori.
Pianificare formazione specifica e tracciamento documentale
Garantire che lavoratori e operatori siano formati su nuove metodologie, sui rischi e sulle procedure di sicurezza.
Organizzare l’archiviazione delle cartelle sanitarie, della formazione e delle esposizioni per decenni, come previsto dal nuovo quadro normativo italiano, con sistemi digitali sicuri e accessibili per controlli e visite.
Cooperazione con enti e amministrazioni
Partecipare a tavoli tecnici con enti locali e regionali per definire priorità territoriali di rimozione, criteri di monitoraggio e comunicazione pubblica.
Contribuire alla creazione o integrazione di registri informativi su edifici e siti con amianto, in linea con l’idea europea di strumenti digitali per la gestione e la pianificazione di interventi.
Supporto alle vittime e alle famiglie
Ogni piano tecnico dovrebbe considerare anche mediatori e servizi di supporto per soggetti esposti nel passato, in coerenza con le raccomandazioni europee relative a tutela e compensazione.
Sfide e opportunità per il settore
Tecniche di bonifica e innovazione: l’adozione di limiti più stringenti e misure più sensibili stimola lo sviluppo di tecnologie di monitoraggio, sistemi di contenimento e metodi di rimozione più efficaci e meno invasivi.
Mercato e formazione professionale: cresce la domanda di operatori qualificati, consulenti ambientali, laboratori con capacità di analisi avanzata, nonché di corsi specialistici in ambito sicurezza e tutela della salute sul lavoro.
Responsabilità e governance: le amministrazioni dovranno dotarsi di regolamenti e strumenti per verificare la corretta applicazione delle nuove norme, gestire i fondi o incentivare piani di rimozione, e possedere infrastrutture per l’archiviazione e il controllo a lungo termine.
Conclusione
Il passaggio dall’emergenza Eternit a una strategia europea e italiana più strutturata e stringente non è solo un aggiornamento normativo: è un cambio di scala nella gestione dell’amianto, che richiede alla filiera tecnica e amministrativa di rifocalizzarsi su prevenzione sistematica, controllo rigoroso, formazione permanente e pianificazione di lungo periodo.
Per chi opera oggi nel settore, il momento è quello di costruire, con rigore tecnico e collaborazione istituzionale, la nuova stagione di bonifiche e tutela efficace della salute pubblica e dei lavoratori.
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